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Cooperazione culturale

 

Cooperazione culturale

RELAZIONI CULTURALI


La forte influenza che l’Italia ha portato sin dai tempi di Cristoforo Colombo e dell’umanesimo rinascimentale alla crescita dell’isola “Hispaniola” risale all’opera di numerosi immigrati – marinai, mercanti, intellettuali, religiosi, architetti, imprenditori – divenuti personalita’ istituzionali nel paese, cominciando dal primo vescovo d’America, Alessandro Geraldini (inviato dal Papa Leone X a Santo Domingo nel 1519 e che immediatamente si dedico’ all’edificazione della prima cattedrale d’America) e si ritrova oggi in tutti gli aspetti dell’identita’ culturale della Repubblica Dominicana, in special modo della città coloniale di Santo Domingo, fondata nel 1496 con il nome di Nuova Isabella.
In campo architettonico, nasce nel 1942, durante la dittatura di Trujillo, l'Accademia Nazionale delle Belle Arti e il corpo docente viene composto da artisti europei, molti dei quali hanno vissuto e studiato in Italia. Piu’ di recente da segnalare l’ influenza esercitata a partire dal decennio del 1980 con la cittadina di Altos de Chavón, nell’ urbanizzazione di Casa de Campo presso il Comune di La Romana, progettata con un concetto tipicamente mediterraneo e realizzata dall’architetto italiano Roberto Coppa, come anche la Marina di Casa de Campo, compiuta dall’architetto Gianfranco Fini, che evoca il porticciolo di Portofino.
Tra le recenti iniziative di interscambio culturale in corso, da registrare in particolare le collaborazioni in materia antropologica da parte dell’Universita’ La Sapienza di Roma, della Università di Torino (che ha iniziato ad avere rapporti con la Repubblica Dominicana alla fine degli anni ’80 con lo scavo del cimitero de la Isabela, la prima città fondata dagli europei nel nuovo mondo) e di ricercatori di varie università italiane (Firenze, Padova, Roma Sapienza). Attualmente le ricerche condotte dal Prof. Alfredo Coppa – che guida un’apposita missione dell’Universita’ La Sapienza in collaborazione con il Museo del Hombre Dominicano, sulle collezioni scheletriche dominicane e di tutta l’area caraibica - hanno permesso di studiare il modello del popolamento demografico dell’area con una serie di scavi di siti e cimiteri indigeni dell’originaria etnia Taino in varie aree nel nord del paese (La Isabela, Samanà e Punta Rucia) per comprendere meglio i rapporti tra le popolazioni delle varie aree de territorio di Hispaniola, e le modalita’ con cui ebbe luogo il periodo del loro “contatto” con i colonizzatori.


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